domenica 8 ottobre 2017

"Il ritorno dei Berserker" di Pietro Ferruzzi - Un'avventura fantasy in cui il naufragar m'è dolce.

Il naufragar m'è dolce in questo epic fantasy sì tanto avventuroso come da tempo, troppo tempo, non mi capitava di leggere.

Mie care affezionate, miei cari affezionati, come promesso sono questa domenica a parlarvi di "Il ritorno dei Berserker" di Pietro Ferruzzi; un romanzo che ho gustato dalla prima all'ultima pagina e il cui gusto ha soddisfatto appieno il mio palato desideroso di avventura ed epicità.
Ho divorato le pagine una ad una come un pop corn tira l'altro: ogni capitolo è ben strutturato, equilibrato e pieno di azione ed avventura condite però da spunti sulla trama che avanza come un treno direttissimo, approfondimenti sui personaggi e la loro storia personale anche loro funzionali alla storia che l'autore ci racconta e, dulcis in fundo, una buona dose di colpi di scena di quelli che davvero non ci si aspetta e che potrebbero far deragliare l'avventura su binari inimmaginabili.

Se doveste chiedermi: "chi è il protagonista del romanzo?" Non saprei davvero rispondervi poiché le gesta narrate coinvolgono intere famiglie, tribù, razze e regni; protagonista del romanzo è il mondo creato da Pietro Ferruzzi, la sua storia e le vicende che in "Il ritorno dei Berserker" si narrano.
Questo, a mio avviso, è un bellissimo pregio di un lavoro che dimostra anche e soprattutto in
questo aspetto tutta la professionalità, la passione e lo studio che ci sta dietro. Tutto è ragionato a tavolino, tutto è stato previsto dall'autore e da chi al libro ha dedicato il proprio lavoro, eppure al lettore l'incastro degli eventi appare mai artificioso ma sempre naturale, armonioso e verosimile.

Curiosi eh?!
Iniziate con il leggervi la seconda parte dell'intervista a Pietro Ferruzzi dedicata al suo romanzo e al dietro le quinte de "Il ritorno dei Berserker".
Tempo di lettura: 15 minuti

Pietro, chi è il vero protagonista del tuo romanzo?
     Non esiste un protagonista assoluto: c’è un nucleo di personaggi principali attorno ai quali ruota tutta la storia.
Un ruolo di spicco lo ricopre Cameron, il Re delle terre di Oppas, un personaggio al quale sono molto affezionato e che forse è proprio quello che nel bene e nel male più mi rappresenta.

I tuoi personaggi hanno tutti età, lignaggi, storie, capacità e personalità diverse… Da dove sono nati cosi tanti personaggi da coinvolgere in una sola storia?
     Tutti nascono da esperienze personali diverse, ognuno racchiude una parte di me. Qualcuno è più ispirato alle persone che più mi sono vicine.
Il difficile è stato amalgamarli e impegnarsi a farli agire, pensare e parlare in base al rispettivo ruolo e alla rispettiva età.

Pur essendo molti personaggi e tutti diversi tra loro, c’è una linea rossa che li unisce e li amalgama, quanto è stato difficile e complesso mantenere l’equilibrio dei rapporti tra loro?
     Dietro alla “linea rossa” c’è stato un grosso lavoro di preparazione per far emergere le loro qualità e i loro difetti senza risultare troppo pesante o utilizzare stereotipi.
Equilibrio è una parola impegnativa, a volte regna il caos psicologico ma dopo tutto nessuno è sempre lineare nel suo modo di vivere la vita. Ho cercato di renderli normali e attraverso il romanzo ciascuno di loro, a modo suo, compie un percorso di crescita e consapevolezza dei propri mezzi.

Cameron, il Re di Oppas, è il personaggio che tra tutti, a mio avviso, subisce una maggiore evoluzione; è stato il primo personaggio a prendere forma nella tua testa oppure ce ne sono stati altri prima?
     Re Cameron me lo sono portato dietro dal primo libro "Il Sigillo di Aetherea", chi ha letto entrambi i romanzi noterà quanto questa evoluzione sia tangibile.
Se devo essere sincero, il primo personaggio sul quale doveva essere incentrato un racconto che poi è diventato "Il sigillo di Aetherea" è stato Puck.

Un’altra bellissima caratteristica del tuo romanzo sono i colpi di scena, ce ne sono davvero moltissimi e tutti sono davvero inaspettati. Una pianificazione così precisa della storia richiede un metodo molto preciso, parlaci di questo aspetto del tuo lavoro.
     Questa è una domanda che mi riempie di orgoglio: non c’è obiettivo più difficile per un romanzo fantasy di essere originale e mai scontato.
Nel primo libro ho gettato le basi per alcune situazioni che volevo sviluppare nel secondo, alcune tracce o porte lasciate aperte che mi hanno guidato nella stesura di "Il ritorno dei Berserker". E’ stato difficile incastrare tutte le tessere del mosaico nel modo giusto ma sono più che soddisfatto del risultato.
Quando ho già in mente il colpo di scena, costruirgli intorno la giusta aspettativa e farlo accadere nel momento in cui il lettore meno se lo aspetta diventa più facile di quando scrivo a getto senza sapere dove andare a parare. Posso dire che questo è l’aspetto che ho cercato di curare maggiormente e in relazione al quale ho speso più energie. Sono contento che tu l’abbia notato (sorrido come un ebete mentre scrivo).

Per produrre un romanzo di alta qualità artistica e con una trama così fitta, immagino, il lavoro è davvero tanto; ci sono delle figure che dietro le quinte ti hanno dato il loro supporto?
     Certo, ne voglio ringraziare alcune: Fabio Neri appartenente alla Compagnia di rievocazione storica "Giovanni delle Bande Nere" per tutto quello che riguarda armi, duelli, equipaggiamento degli eserciti e descrizione delle battaglie. Lauramaria Gerola e Cristina Sprela, le mie più affezionate beta readers. Stefano Marguccio autore di "Cronache dei due mondi" per avermi bacchettato sul punto di vista e avermi dato preziosi suggerimenti stilistici. Dulcis in fundo Claudia Cintio che in tempi non sospetti ha editato il romanzo sostenendomi sempre (ha usato un pò il metodo del bastone e la carota con me ma ha avuto ragione).
Voglio anche ringraziare mia moglie Elisabetta, che se non ha chiesto il divorzio durante la stesura dei libri forse mi sopporterà fino alla fine.
Un grazie anche a tutti i lettori di "Il sigillo di Aetherea" che mi hanno lasciato una recensione, un commento o anche solo un complimento al volo: è grazie a loro se ho continuato a scrivere.

L’epicità della tua storia è trasbordante ed è un esempio, a mio parere, di heroic fantasy degno di nota; in questa epicità si inserisce perfettamente un pantheon di divinità in guerra tra loro e che, in guerra, trascinano i loro fedeli e i loro emissari nel mondo da te costruito. Quale ruolo hai voluto dare alle divinità del tuo pantheon? Perché hai scelto di dar loro un’influenza così grande sui personaggi del tuo romanzo e sulla storia alla quale danno vita?
     Sono andato un pò in controtendenza rispetto a "Il Sigillo di Aetherea" dove l’interferenza delle divinità era più contenuta.
In il "Ritorno dei Berserker" il ruolo delle divinità è quello di guida piuttosto che parte attiva; alla fine non scendono mai davvero in campo se non in un’occasione: il deus ex machina che risolve la situazione a volte ti si ritorce contro... Almeno io, in qualità di lettore, storco un pò il naso.

Un altro pilastro sul quale si regge il tuo romanzo è la famiglia e i rapporti famigliari; quanto di autobiografico c’è in questo? Quanta importanza rivestono i legami famigliari per Pietro?
     La famiglia è tutto per me. Io sono "old style" e desidero con tutto me stesso di riuscire a trasmettere ai miei figli tutto ciò che di positivo mi ha donato la vita evitando loro, al contempo, le difficoltà e le sofferenze che ho dovuto affrontare io... A volte il destino è veramente bastardo.

Ultime domande… Quanto tempo è passato dall'idea del romanzo alla sua effettiva pubblicazione?
     Come già detto prima, l’idea della trama di "Il Ritorno dei Berserker" si è fatta strada nella mia testolina mentre stavo scrivendo "Il Sigillo di Aetherea". Ho iniziato a scriverlo nel giugno del 2015 e per vari motivi l’ho abbandonato e ripreso più volte. Poi, nell’estate del 2016 mi ci sono buttato anima e corpo bruciando tutto il tempo libero. Finito a novembre 2016, dopo svariati mesi per revisioni e ripensamenti, ad agosto 2017 è uscito l’ebook pubblicato con Amazon KPD come self publisher.
Ma non è finita qui perché ad ottobre 2017 uscirà il cartaceo pubblicato da I.D.E.A. (immagina di essere altro)... Un nuovo capitolo di questa bellissima avventura.

A proposito, perché hai scelto di pubblicare il libro come self publisher? Di conseguenza, qual è il tuo rapporto con l’editoria tradizionale? 
     Curo un blog che ho chiamato "Esordiente allo sbando", lì racconto in vari articoli tutta la storia dei miei romanzi e le decisioni prese.
Per farla breve, il primo libro l’ho pubblicato con una casa editrice di Pisa (Editrice Campanila) e purtroppo, per vari motivi, le cose non hanno funzionato come speravo. Non me la sentivo di rifare tutta la trafila delle case editrici per "Il Ritorno dei Berserker" e ho optato per un editing e una copertina fatta dal progetto editoriale I.D.E.A. per pubblicare in self il mio secondo romanzo. Nel momento in cui ho avuto la liberatoria dalla precedente casa editirce, I.D.E.A. ha iniziato anche a lavorare come casa editrice e mi ha proposto di entrare in famiglia, perché questo I.D.E.A. è per me, ed ho subito accettato con entusiasmo.
Non chiedo molto a una casa editrice se non quello di non essere lasciato da solo e sentirmi parte di un progetto comune e di una crescita insieme.

Come, dove e quando pubblicizzi le tue opere? Attraverso quali eventi, siti o con quali altri strumenti?
     Credo che lo strumento più potente sia il passaparola. Poi viene internet e quindi cerco di essere attivo su vari gruppi Facebook, ma sono anche su Goodreads, Wattpad e Twitter.
Come già detto, curo anche un blog tramite il quale cerco di ottenere un pò più di visibilità.
Ci tengo a dire che I.D.E.A. è molto attiva nella promozione e partecipa anche a varie fiere: saremo a Romics il 7 e l’8 Ottobre e io ho già in mano i biglietti del treno. Seguirà Pordenone il 18-19 Novembre.

Ultima domanda, immancabile, progetti correlati a “Il ritorno dei Berserker”? Progetti futuri?
     Vorrei tanto cominciare a scrivere il terzo capitolo della saga, ho già una traccia in testa ma quello che mi manca è l’ispirazione per iniziare e soprattutto il tempo!
Nel frattempo, ho iniziato a scrivere qualche racconto, cosa che non avevo mai fatto e non credevo di essere in grado di fare (visto che quando ci avevo provato nel 2012 si è trasformato in romanzo), però sembra che funzionino e un paio dovrebbero essere pubblicati a breve, incrociate le dita per me!

Incrociamo le dita per te, Pietro, sperando di poter raccontare su "Il fantasy secondo Zaffo" i tuoi prossimi successi.

Dandovi appuntamento al prossimo post, vi lascio con un suggerimento musicale; alla prossima!

Blind Guardian - "Somewhere Far Beyond" full album (1992)

Zaffo

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