sabato 11 maggio 2019

"MACCHINE MORTALI": la virtù si nasconde laddove meno ce la si aspetti. LINK STREAMING alla fine!

Buongiorno ragazz*!
E' passato meno di un mese dal mio ultimo post... Eh sì, solo perché sono ammalato e riesco, stando a letto e nelle pause tra una visita al bagno e l'altra, a scrivere un po' più del solito... Guardiamo il lato positivo!
Oggi voglio parlarvi di un film che mi ha piacevolmente stupito: "Macchine mortali" di cui, sotto, potete godere il trailer.
Questo film del 2018 è tratto da un romanzo di Philip Reeve dal titolo originale "Mortal Engines", pubblicato nel 2001 e primo del cosiddetto "Quartetto delle macchine mortali" ovvero una saga di quattro volumi composta, oltre che da "Macchine mortali", da altri tre libri intitolati "L'oro dei predoni" (2003), "Congegni infernali" (2005) e "Pianura oscura" (2006).
Successivamente, Reeve ha pubblicato tre romanzi prequel di "Macchine mortali" intitolati: "Fever crumb" (2009), "A web of air" (2010) e "Scrivener's moon" (2011).

Il film è diretto da Christian Rivers e prodotto da Peter Jackson che, tra gli altri, ha anche fatto lo screen play o sceneggiatura che in italiano dir si voglia.
Questa collaborazione, decisamente fruttuosa, non è certo un caso: Rivers conobbe Jackson all'età di diciassette anni collaborando con quest'ultimo al gran classico dell'horror splatter "Splatters - Gli schizzacervelli".

Rivers, successivamente, collaborò con Jackson anche nel capolavoro "Il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re", sia agli effetti speciali che con un cameo di cui l'immagine qui a fianco.

Inoltre, Rivers lavorò come aiuto regista, Jackson appunto, in "Lo Hobbit: La desolazione di Smaug" e "Lo Hobbit: La battaglia delle cinque armate".
Tutto ciò per dire che parliamo di un ottimo professionista che ha fatto la sua gavetta non proprio nella bottega sotto casa.

Il cast è di buon livello, impreziosito dalla presenza imperiosa di un ottimo Hugo Weaving che ricordiamo per i ruoli di "Agente Smith" in Matrix e di "Re Elrond" nella trilogia "Il Signore degli Anelli"
"Macchine mortali" è un film steampunk con l'inserto di ottimi elementi fantasy e molti richiami visivi e fotografici ad entrambi i generi.
Nell'ambientazione scura, cruda, crudele e polverosa si può intravedere a mio parere uno spiraglio di "Mad Max: fury road"; la città volante di cui non vi svelerò assolutamente nulla è il riflesso di Cloud City, città volante che compare in "Guerre Stellari: l' Impero colpisce ancora"; ancora vediamo in "Macchine mortali" uomini con inserti bionici che ricordano il T800 di "Terminator", personaggi con movenze e abbigliamento vicini a quelli di "Matrix" etc.








L'inizio del film, come del resto tutta la pellicola, è altamente adrenalinico ed introduce ad una storia imprevedibile ma dalla struttura solida e sempre ben giustificata, dal ritmo incalzante, in cui la città di Londra, una città predatrice che scorrazza letteralmente per le lande desolate e post apocalittiche del continente Europeo, divenuto terra di nessuno, in cambio della libertà di cercare di vivere sì di espedienti ma come meglio le persone credono offre un tetto, un piatto di sbobba e un lavoro spesso degradante e mal retribuito ai cittadini di alcune più piccole città mobili.
Un tema davvero attualissimo e profondo, oltre che originale.

Quello dei temi davvero attuali e spesso sociali è un notevole punto di forza laddove questo film, a mio parere, usa l'espediente di ambientare le vicende negli anni 3000 d.c. per mostrarci come gli errori che attualmente l'umanità sta commettendo (la proliferazione di guerre combattute con armi dal potenziale distruttivo sempre maggiore, la distruzione progressiva e spietata dell'ecosistema, l'eccessivo avanzamento tecnologico non controbilanciato da un pari avanzamento dell'etica comune nell'uso delle stesse tecnologie) possano portare le future generazioni a dover vivere in un mondo impoverito e rovinato.  
La protagonista si ribellerà a siffatto stato di cose originariamente per motivi puramente personali che nel corso del film si intrecceranno e si fonderanno con l'ampia e ben strutturata trama principale che oltre non vi svelerò, pena essere pubblicamente fustigato per spoiler. 
Nel proprio ribellarsi, la protagonista insinua nel protagonista maschile l'atroce dubbio che il sistema in cui lui tanto crede e nel quale è nato e vissuto fino ad allora sia profondamente sbagliato e marcio... Quindi? Cosa combineranno insieme i nostri protagonisti? Quali resistenze e difficoltà dovranno superare per cercare di dipanare il velo di falsità che ricopre una società londinese cieca alla cruda realtà? Quali alleati troveranno che li aiuteranno a combattere una guerra fatta di spietate battaglie e perdite dolorose? Per sapere come va a finire guardatevi questo bel film e gustatevi in due ore effetti visivi potenti fatti di gigantesche città erranti e potenti marchingegni a vapore tutti polvere da sparo e vapore nonchè ingranaggi ovunque ed armi crudissime e crudeli, effetti speciali di alto livello, una trama coinvolgente dall'inizio alla fine; il tutto condito da colpi di scena a vero effetto wow.

In definitiva, un film pieno di spettacolo e contenuti, simbolismi e significati pronti ad esser colti da chi sappia vedere oltre i bagliori degli effetti speciali. 
Un finale potentissimo, epico ed eroico che riempie di emozioni.
Consigliatissimo.

        !!!LINK PER STREAMING!!!



 
                                                                                                                                             
Zaffo

domenica 28 aprile 2019

"AVENGERS ENDGAME": più ombre che luci. Allerta SPOILER all'interno!

Buongiorno a tutt*!
Torno dopo due mesi di stop per impegni lavorativi, letterari e sportivi, per parlare del film del momento; il primo film della storia del cinema a superare il miliardo di dollari nel primo week end di debutto.
Parto da un presupposto: non terrò assolutamente conto dei vari paragoni con i fumetti dedicati ai supereroi degli Avengers.
Sarebbe come giudicare la trilogia cinematografica de "Il Signore degli Anelli" sulla base del confronto con i romanzi di J.R.R. Tolkien, cosa a mio avviso sbagliata laddove il libro è un'opera molto più vasta e monumentale; oppure basare la propria opinione sui film di Harry Potter confrontandoli con gli omonimi romanzi, idem con patate.
La mia opinione sarà sulla pellicola, esclusivamente sulla pellicola cinematografica.

Il pubblico in sala e le sue reazioni
Si tratta di un mero indizio, non sicuramente di una prova che possa porre un timbro sul giudizio a questo film ma, in sala, gli "oh" di sorpresa sono mancati e hanno lasciato un vuoto assordante; di pianti commossi nemmeno l'ombra... Di risate invece sì, di risate ce ne sono state; impossibile trattenerle alla vista di Thor e Hulk.
Se avessi voluto vedere un film comico, mi sarei rivisto Fantozzi e avrei riso alla scena della corazzata Potemkin; da un film Marvel, che tratta di supereroi alle prese con imprese epiche e battaglie mirabolanti, non mi aspetto solo risate, certo anche qualche risata ma non solo risate.

Thor e Hulk
Le risate, dicevo, impossibile trattenerle alla vista di Thor.
Sopra, il Thor che conosciamo: fiero, combattivo, potente e cazzuto. Sotto, il Thor di Endgame: grasso sformato a forza di bere birra e mangiare formaggio fuso, demotivato e pieno di ansia e attacchi di panico.

Thor, il più forte degli Avengers, una divinità, Dio del tuono, unico a poter padroneggiare il potere di Mjolnir, ridotto ad una macchietta. Nemmeno i suoi compagni Avengers riescono a prenderlo sul serio e in più occasioni lo trattano come un mentecatto, un nonnino da assecondare e lasciare in un angolino.

 Ci sta un momento di cedimento di un           personaggio che ha perso tutta la famiglia, il suo   pianeta, il suo popolo e la sfida finale con Thanos   in Infinity War... Me Thor è una divinità e avrebbe   almeno dovuto riprendersi nel corso del film per   tornare ad essere un personaggio con un minimo   di serietà e dignità.


Ma parliamo di Hulk... Ebbene non esistono più il Dottor Banner e Hulk come due entità distinte; ora il Dottor Banner e Hulk sono diventati un unico ibrido... E Hulk non spacca più davvero nulla!      In tutta la battaglia non tira un pugno, non spacca nessuno, non ringhia e non fa più paura a nessuno.                            Un supereroe rovinato, reso inutile da un'idea balzana: quella che dopo esser stato sconfitto da Thanos in Infinity War abbia paura di combattere ancora e abbia bisogno del Dottor Banner per sopportare di farsi vedere ancora in giro.
Sarà un caso che in internet si trovano solo pochissime immagini di questi due supereroi in Endgame?

Il film
La pellicola, secondo me, può dividersi in tre momenti: la parte iniziale, la parte del viaggio nel tempo e la parte della battaglia con annesso finale.

La parte iniziale è molto molto molto lenta: cerca di approfondire la psicologia dei personaggi ritraendoli negli anni successi alla decimazione dell'universo da parte di Thanos.
Una parte che dura tutto il primo tempo e nella quale non succede nulla. Non saprei cosa raccontarvi perché non ci sono eventi degni di nota... Forse il ritorno di Ant Man, ecco.
Emblematica la scena in cui vediamo Capitan America fare da guida ad un gruppo di sostegno psicologico in cui un uomo (lo stesso regista Joe Russo) confessa il suo dolore ancora presente per la morte del suo compagno, polverizzato da Thanos.

La parte centrale si salva. Ad essere onesto e dando pane al pane e vino al vino, la parte in cui i nostri eroi viaggiano nel tempo grazie al mondo quantico per prendere le gemme dell'infinito in diversi momenti storici, che ripercorrono la linea temporale degli avvenimenti in cui sono coinvolti gli Avengers, è godibile, eroica e ironica al punto giusto.
Una parte ben fatta, ben costruita, che affronta i viaggi nel tempo in maniera originale.
Ultima ma non ultima la battaglia.
Venti minuti di battaglia in cui cinque sono di vero godimento in puro stile supereroico: tutti gli eroi tornano e si coalizzano in un grandissimo esercito contro l'esercito altrettanto vasto del nemico che mette in campo l'artiglieria pesante... E i nostri Avengers non sono da meno.
C'è un però, più di uno in realtà.
Partiamo da Scarlet Witch: torna incazzata come una iena per restituire a Thanos il favore di avergli ucciso Visione. Potere che la colma, fa la voce grossa e gli scaglia due giganteschi macigni addosso... E basta. Poi non dura più di un minuto e mezzo.
Ma dico io... L'unica che ha il potere di distruggere la pietra di Visione, l'unica che in Infinity War tiene testa a Thanos da sola... Da incazzata e nel pieno dei suoi poteri non dura che un battito di ciglia. Assurdo e deludente.

Parliamo di Capitan Marvel? Potrebbe benissimo mettere fine alla battaglia ben prima che cominciasse. Thanos non ha più il suo guanto, non ha più le pietre mentre lei è la più potente dell'universo. Potrebbero uccidere Thanos in zero due ma, invece, alla richiesta di aiuto da parte degli Avengers risponde che ha altro da fare in giro per l'universo e che la terra non è l'unico mondo che ha bisogno di lei. Per la serie... Arrangiatevi ho altro da fare. Se fai così sei una figa di legno! E non regge, visto che Thanos è una minaccia per tutto l'universo.

Infine il martello di Thor e lo scudo di Capitan America.
Thor ha una nuova arma, un'ascia... Quindi non ha più bisogno del martello, l'arma piccola la chiama lui, e quindi la cede a Capitan America diventato degno di impugnare Mjolnir.
Io storco il naso: non lo era nei film precedenti, perché dovrebbe esserlo ora?
Vero, Capitan America è un personaggio tutto d'un pezzo, un gran bel personaggio e trovo che tra tutti si distingua per carisma e fibra morale... Ma è lo scudo di Capitan America non il martello che riesce anche ad usare per sparare fulmini. Un  po troppo...
Tanto lo scudo lo cede a Falcon. Sì, avete letto bene, non a Bucky che si trova sempre in mezzo a mostri devastanti armato solo di un braccio bionico e una mitraglietta, bensì a Falcon. Non a Bucky che è il suo miglior amico di sempre da decenni e decenni, bensì a Falcon. Già, già...

Voto 2,5 su 5: le luci, che pure ci sono, non riescono però a rischiarare i grandi buchi neri di cui il film è pieno.
Per me è NO!

Zaffo

domenica 17 febbraio 2019

D&d il film... Il secondo, quello più bello... Incluso link per lo streaming, alla fine.

Dopo la prima e a dir poco deludente (se non assolutamente imbarazzante) esperienza di cinque anni prima, Dungeons & Dragons torna su grande e piccolo schermo. 
Questa volta la trasposizione cinematografica fa centro proponendo un'esperienza leggera ma gradevole e a tratti epica che potrà soddisfare i gusti di chi, come me, cerca un film che risponda in maniera molto fedele ai canoni classici del più famoso gioco di ruolo da tavolo di tutti i tempi.

"Dungeons and Dragons: wrath of the Dragon God", film fantasy del 2005 diretto da Gerry Lively, è una produzione Warner Bros per la televisione e seguito del film del 2000 "Dungeons & Dragons: che il gioco abbia inizio", a sua volta basato sul popolare gioco di ruolo "Dungeons & Dragons".
L'unico attore che compare in entrambi è Bruce Payne nel ruolo del malvagio Damodar.
Il film venne pubblicato al cinema in Europa e in alcune zone del Nord America e pubblicato su DVD il 7 febbraio 2006.

Diversamente dal primo film, molti dettagli del gioco di ruolo Dungeons and Dragons sono stati rigorosamente rispettati: gli stessi sceneggiatori hanno affermato che in questo sequel era stato deciso che le azioni dei personaggi e le idee presenti nel film dovessero essere coerenti con le regole del gioco. 
La professione degli avventurieri viene accuratamente descritta e questi collaborano, sfruttando ognuno i propri punti di forza.

Da sinistra a destra: Berek, guerriero; Melora, maga
L' equipaggiamento degli eroi comprende oggetti riconoscibili dai giocatori (per esempio una gemma della vera vista, una fiasca di acido di verme purpureo, una spada vorpal, un anello dell'ariete, bastone dei fulmini, mazza del tuono, ecc..).
Gli incantesimi lanciati dai maghi sono rappresentazioni accurate di quelli del gioco e devono essere preparati in anticipo e in numero limitato.
Piccola curiosità, il nome di Lux è una citazione di una delle password necessarie per sbloccare l'accesso a una zona del videogioco Pool of Radiance, tratto anch'esso da D&D.
Da sinistra a destra: Dorian, chierico di Obad-Hai; Ormaline, maga elfa; Nim, ladro e Lux, barbara 

Da sinistra a destra: Domodar e Klaxx the maligned

Anche i cattivi sono stati progettati rispettando il canone di D&D: sono riconoscibili un drago bianco, dei darkmantle, spettri, magmin, uomini lucertola etc. 
Degna di nota è il lich, Klaxx the Maligned, che si comporta proprio come ci può aspettare in D&D, rimanendo vicina all'azione per una fetta potenziale di potere o conoscenza di cui impossessarsi, ma senza correre rischi. 
Ci sono anche drow appesi al soffitto e il cui sangue viene usato da Damodar come "pranzo". 

Falazure, il Dio Fragone
Vien citato il signore dei demoni Juiblex, ma non compare in persona nel film.

Nel film vengono citati diversi moduli di avventure classiche, come The Ghost Tower of Inverness, Expedition to the Barrier Peaks e Shrine of the Kuo-Toa.

Sul DVD è presente una traccia di commenti con i personaggi iconici dell'edizione 3.0 di D&D, Lidda, Krusk, e Jozan, che commentano l'azione del film.

Nel DVD è presente anche un'intervista a Gary Gygax, e le statistiche dei protagonisti:

Berek: Guerriero umano, legale buono di 7º livello 
Lux: Barbara umana, caotica buona, di 7º livello 
Nim: Ladro umano, caotico buono, di 7º livello 
Dorian: Chierico di Obad-Hai umano, neutrale, di 7º livello 
Ormaline: Maga, elfa, neutrale di 9º livello 
Melora: Chierico di Obad-Hai umana, neutrale buona, di 1º livello/maga di 4º livello 

La trama:

Circa un centinaio di anni dopo gli eventi del primo film, Damodar sopravvissuto alla sconfitta inflittagli da Ridley Freeborn, è stato maledetto dal suo padrone, Profion, ad una esistenza da non morto. Spinto alla pazzia dal dolore della maledizione, cerca vendetta contro il regno di Izmir e i discendenti di coloro che l'hanno sconfitto. 
Dopo anni di ricerche rintraccia la Sfera di Falazure, un antico artefatto collegato al potere di Falazure, un Dio dragone imprigionato sotto le montagne di Izmir. Con il potere della sfera riesce a rimuovere la maledizione e si prepara a risvegliare il dragone per distruggere Izmir.
Lord Berek, un guerriero e precedente comandante della guardia del re, diventato un insoddisfatto Lord reale e sua moglie Melora, un'abile giovane maga, indagano sulle notizie di un gas velenoso emanato dalle caverne di Izmir e trovano il dragone ancora dormiente. 
Melora informa Oberon, capo del Consiglio dei Maghi, che Faluzure venne imprigionato tremila anni prima da una potente civiltà chiamata Turania, che crearono anche la Sfera. Mentre cerca di rintracciare la sfera con la magia, Melora viene inavvertitamente maledetta dal molto più potente Damodar e inizia a morire lentamente, ma lo nasconde a Berek.
Berek viene incaricato dal Re di formare un gruppo di avventurieri, sufficientemente piccolo da infiltrarsi di nascosto nel nascondiglio di Damodar, ma sufficientemente forte da poter affrontare i propri nemici: Lux, una barbara; Dorian, un chierico di Obad-Hai (dio della natura nell'ambientazione Greyhawk); Ormaline, una maga elfa e Nim, un maestro ladro.
Il gruppo parte per localizzare il nascondiglio di Damodar, mentre Oberon e gli altri maghi cercano di decifrare i tomi di magia turaniana presenti nella loro libreria, alla ricerca di un modo di sconfiggere il drago.
Mentre attraversano una foresta infestata dagli spiriti, il gruppo di Berek desta l'attenzione di un potente lich, Klaxx the Maligned, che offre i suoi servizi a Damodar. 
Damodar non si fida di lui, ma è convinto che la Sfera lo renda molto più potente di Klaxx.
Dopo aver affrontato diversi ostacoli e indovinelli, perdendo Dorian, il gruppo di Berek raggiunge il castello di Damodar. 
Berek riesce a impossessarsi della sfera, sfruttare la troppa confidenza in se stesso di Damodar, sebbene Ormaline e Nim siano feriti gravemente prima che il mago li teleporti indietro al tempio di Obad-Hai. 
Mentre Ormali e Nim vengono curati dai chierici, Berek cavalca fino a Izmir, mentre Lux rimane indietro per ritardare i demoni evocati da Damodar.
Usando le sue capacità di mutaforma Klaxx si infiltra nel castello di Ixmir, uccide Oberon nel suo bagno e ne assume la forma. 
Quando Berek ritorna con la Sfera, Melora la usa per aprire una cassaforte scoperta sotto il castello, dove i turaniani hanno nascosto i segreti della loro magia. 
In quel momento Klaxx rivela se stesso, ruba la Sfera e uccide il Re, il nuovo capitano delle guardie e molti degli abitanti del castello, prima di restituire la Sfera a Damodar. 
Il dragone si risveglia e distrugge la Sfera, recuperando tutto il suo potere.
Mentre Berek cavalca all'inseguimento, Melora, ormai vicina alla morte, riesce a decifrare il segreto dei turananiani e organizza i maghi sopravvissuti in un attacco magico, che sconfigge il dragone e la libera dalla maledizione.
Berek e Lux si incontrano e affrontano Damodar, che non ha più il potere dalla Sfera a sua disposizione, Klaxx che non ha più alcun interesse nell'aiutare Damodar, scompare ridendo.
Dopo la battaglia, Izmir viene ricostruita, Berek diventa ministro e Melora capo del Consiglio dei Maghi. Lux, Ormaline e Nim si riprendono completamente dalle loro ferite. 
Damodar è imprigionato negli oscuri sotterranei sotto Izmir, ma viene mostrato sogghignante, come se fosse pronto ad attendere altri cento anni prima di poter avere la propria vendetta.

Link per streaming e download in italiano, qui sotto:

Zaffo

domenica 3 febbraio 2019

Per chi non fosse iscritto a Wattpad..."Riflessi": il mio thriller.

Buonasera a tutt*!
Viste le numerose richieste di amici ed amiche che vogliono leggere il mio racconto thriller "Riflessi" ma che non sono iscritti a Wattpad, ecco di seguito la versione integrale!


Qui o su Facebook, commentate, essendo il mio primo racconto non fantasy sono aperto a qualsiasi opinione e consiglio 😄

Tempo di lettura 15 minuti



Riflessi
di Davide Zaffaina

Mirror’s Reflection: realtà aumentata
Leo: Stavo giocando un po’ a Mirror’s Reflection. Me lo sono scaricato l’altro giorno, crack inclusa. Lo conosci?
Dante: No, di cosa si tratta?
Leo: È un titolo per PC uscito meno di un mese fa. Dopo averlo installato e crackato, il videogioco si connette al tuo profilo Facebook e a Google Earth per scaricare le mappe della zona in cui abiti e, in base ai tuoi dati, ai tuoi amici e ai tuoi interessi, crea una trama personalizzata.
Dante: Bella lì! Allora me lo scarico subito anch’io…
Leo: Puoi anche decidere il tipo di storia. Puoi scegliere se introdurre elementi gialli, thriller, fantasy o drammatici. Insomma, il genere lo scegli tu.
Dante: Scaricato! Mio caro Leo, ormai mi conosci bene, sai che vivo di tutto ciò che sta tra Il Signore degli Anelli e Star Wars.
Leo: Ti ho mai detto in tutti questi anni quanto sei nerd?
Dante: Me lo dirai un’altra volta, adesso lo installo. Ci vediamo domani al bar da Cin, solita ora, così ti dico…

Dante (offline): L’utente è impegnato.

Modulo di creazione PG
Nome: Dante
Cognome: Accorsi
Sesso: Maschio
Anni: 27
Città: Vicenza
Capelli: Biondo cenere
Occhi: Azzurri
Altezza: 1,76
Peso: 70
Professione: Studente

Login di Facebook… Attendere… Accesso effettuato


Prologo: un senso di inquietudine
Un riflesso sul vetro del monitor, fugace: due piccoli occhi neri fissi su Dante.
Allucinazione dettata dal pensiero che torna ad una notizia del TG o un semplice riflesso?
La saracinesca è abbassata e la finestra della camera è chiusa come chiusa è la porta del bagno e quella che dà nel salottino.
La webcam è posta sopra il monitor; sulla sinistra la stampante spenta e muta a fianco del PC. Più in là il raccoglitore dei CD: una pila alta come un uomo, illuminata dalla luce bianca che lo schermo riversa nell’intera stanza e che si perde, nel buio, in fondo ad essa.
La mano di Dante stringe per un attimo il mouse e la freccia, rossa, si muove sullo schermo.
Sulla destra il profilo dell’appendiabiti, carico di indumenti ingobbiti. Poi la cassettiera e, sopra, uno specchio che riflette parte della stanza al cui interno lo specchio che riflette ancora se stesso, all’infinito… La luce dello schermo, infine, illumina appena il letto addossato alla parete. Il letto è sfatto perché non è abitudine di Dante rifarlo: lasciarlo arieggiare uccide gli acari. Il lenzuolo bianco spicca nell’oscurità, adagiato come una bandiera ammainata, inanimato come uno spettro immobile e dalla forma vagamente umanoide… O forse è solo la spiccata fantasia sferzata dalle redini della momentanea inquietudine?
Una piccola scossa che si origina da sotto i piedi di Dante, gli arriva dritta alla testa causandogli un momentaneo squilibrio.
Dante si alza allarmato, lo squilibrio passa lasciando come strascico un senso di ebbrezza. Dante, però, non ha ancora bevuto alcol, sono le due del pomeriggio.
Può l’inquietudine generare allucinazioni del genere?
Dante si alza di scatto dalla sedia; le rotelle scivolano sul pavimento con un rumore sordo e la sedia sbatte contro il letto. Con una mano afferra la maglietta ai piedi del letto mentre con l’altra gira la maniglia della porta e, finalmente, la luce del giorno si palesa agli occhi del ragazzo inondandolo come acqua che lavi via le impurità.
La finestra del salottino, che dà sul piccolo terrazzo, mostra un panorama urbano fatto di palazzoni dall’anonimo colore grigio che contrasta con il verde acceso delle aiuole ai bordi dei marciapiedi. Poi ancora il grigio, spruzzato di bianco, delle strade che formano un dedalo attorno ai palazzoni del quartiere popolare.
Dante si volta verso la porta d’ingresso, sita alla sua sinistra. Prende le chiavi da un gancio a fianco dello stipite: l’etichetta agganciata al portachiavi riporta “6B”, il numero dell’appartamento. Dopo essere uscito di casa, lanciandosi un’occhiata alle spalle, chiude a chiave. La porta, di un legno verniciato di marrone chiaro, non è blindata ma, del resto, Dante non possiede oggetti di grande valore.
Il corridoio del piano è deserto perché, a quell’ora, le persone sono al lavoro e gli anziani che abitano lì sono a letto per almeno un’altra oretta. Solo alcune piante finte, impolverate, decorano il corridoio.
La suola di gomma delle scarpe stride a contatto con le piastrelle in ceramica del pavimento. L’eco accompagna i passi di Dante che prende le scale e ne scende i gradini a due a due. Un ultimo paio di gradini e la mano va al pulsante di apertura del portoncino la cui serratura scatta in modo secco, meccanico.


1. L’omicida seriale e la pistola sul comodino
L’aria calda avvolge Dante non appena varca l’ingresso del condominio. Alle sue spalle, nello stesso istante, il portoncino si richiude sospinto dal meccanismo a molla.
Il sole scalda l’aria primaverile, fine primavera ormai inizio estate, e illumina il cielo sgombro da nuvole: un cielo dipinto con un azzurro così intenso e terso, libero e infinito, da sembrare più vero di ogni altro cielo che Dante abbia mai visto prima.
Il senso di inquietudine che credeva ormai superato si sta riaffacciando, ma Dante riesce a pensare ad altro così da ricacciarlo indietro. Una passeggiata gli avrebbe fatto bene e, dopotutto, per il momento non aveva altro da fare se non dirigersi verso il centro cittadino che dista poche fermate di autobus da casa sua.
Gli occhi di Dante osservano una miriade di particolari che, sotto quella luce accesa, spiccano quasi per la prima volta, saltandogli addosso: insegne colorate, scritte di ogni forma e dimensione, muri imbiancati a nuovo e altri dal colore crepato e smunto. Alcune vetrine dei negozi brillano di riflessi scintillanti, altre rimandano un’immagine opaca.
Un’ edicola attira l’attenzione di Dante: un piccolo chiosco verde smeraldo all’angolo dell’incrocio, dalle saracinesche abbassate ma dagli annunci ancora esposti. Uno di questi riporta la notizia che rimbalzava da qualche giorno nei notiziari: “L’assassino colpisce ancora”. Più in piccolo la notizia prosegue: “Ritrovata al fianco del cadavere la lista aggiornata con il nome sbarrato della vittima. La polizia indaga cercando di anticipare le mosse dell’omicida”.
Un brivido scorre lungo la schiena di Dante che, guardingo, volta lo sguardo a destra e a sinistra aguzzando la vista e le orecchie.
Un bar è aperto. Fuori capeggia l’insegna “Bar da Cin” e poco sotto l’avviso “Aperti anche a pranzo”. 
Un cinese sulla quarantina, capelli neri corti e ampio sorriso, lo saluta calorosamente. Dante ricambia il saluto e va verso il bancone, sedendosi su uno sgabello. Ordina da bere: <<Un succo ACE, grazie Cin>>, gli dice mentre il quotidiano, adagiato poco più in là, attira la sua attenzione. I titoli riportano ancora la notizia del killer che, in un paio di settimane, ha posto la parola “fine” alla vita di quattro persone: tre ragazzi e una ragazza.
Dante deglutisce, la gola secca, e un uomo seduto vicino a lui, notando la direzione dello sguardo, inizia a parlare del fatto del momento.
La montatura in metallo dell’anziano signore manda un bagliore accecante, riflettendo i raggi del sole che entrano dall’ampia vetrina. Capelli arruffati di un colore tra il biondo e il castano, sopra quegli occhietti neri che tornano a funestare i pensieri di Dante che si ferma, mani appoggiate al bancone, agghiacciato per un istante.
<<Dovrebbero prenderlo e metterlo sulla sedia elettrica>>, commenta l’altro, al bancone. Un uomo sulla settantina e dagli spessi occhiali a lenti progressive. <<Invece vedrai che, se tutto va come va in Italia di solito, lo prendono e dopo un paio d’anni lo mollano di nuovo>> continua l’avventore rivolgendosi a Dante, scuotendo la testa e alzando la mano a sottolineare il suo disappunto. << Ma prima o dopo trova quello con la pistola che gli spara in testa. Se lo meriterebbe tutto!>>, conclude.
La pistola!
Dante se l’è dimenticata a casa, sopra il comodino.
<<Sì, sì, ha proprio ragione>> gli risponde Dante, con ancora impressa nella mente la figura restituitagli dal riflesso sullo schermo del PC.
Nel frattempo, il succo compare sul bancone, davanti al volto pacioso di Cin.
Dante lo beve in due sorsate, lascia un paio di euro al barista e, dopo averlo salutato distrattamente, si avvia a ritroso per le vie della città; il passo ora più veloce, dettagli che sfumano oltre il limitare del campo visivo.


2. La prossima vittima
Un’auto, bianca e blu con sirene spente sulla cappotta, è parcheggiata davanti al condominio. Sulla fiancata, la scritta “Polizia”.
Tutto, quel giorno, sembra ricondurre alla notizia: maledetta notizia che giornali e telegiornali non fanno altro che ripetere.
Un poliziotto, un uomo bianco, di statura media e di corporatura robusta, sta in piedi di fianco all’auto spenta. Giocherella con le chiavi passandosele da una mano all'altra.
Sul cappello, che lascia intravvedere solo le basette di un colore tra il castano e il biondo, svetta il simbolo del corpo di polizia. Dietro agli occhiali, occhi neri fissano Dante. Le mostrine sulle spalle e sul petto sono il segno che chi sta lì, dinnanzi a lui, è un alto graduato. 
L’ufficiale, quando vede Dante, fa qualche passo verso di lui e gli rivolge il saluto, un cenno del capo, e la parola.
<<Il signor Dante Accorsi?>> chiede il poliziotto mettendo in tasca le chiavi dell’auto.
<<Si, sono io>> risponde guardandosi attorno intimorito. <<È successo qualcosa?>>
<<Credo abbia sentito parlare dell’omicida che da settimane funesta la città>> inizia l’agente, mentre il cuore di Dante a quelle parole accelera.
<<Sì, come tutti>> balbetta.
<<Stiamo svolgendo delle indagini, cercando di anticipare le mosse dell’omicida…>> 
Una pausa carica di significato. Per Dante, un lungo respiro tremolante. <<Crediamo che lei possa essere la prossima vittima designata>>.
<<Può… Può ripetere? Non credo di aver capito>> farfuglia Dante, tendendo il capo verso il poliziotto.
<<L’appuntato è andato a cercarla nel suo appartamento>> lo informa l’ufficiale avvicinandosi con fare rassicurante. <<Appartamento 6B, giusto?>> gli chiede mettendo mano alla ricetrasmittente.
<<Sì>> risponde Dante, incredulo, mentre la voce del poliziotto riverbera nella ricetrasmittente.
<<Il ragazzo è qui con me, collega. Torna pure giù>>.


3. Le cose capitano: una cruda realtà
Lo stanzone vuoto: un tavolo, due sedie e poco altro. Sul lato destro dell’ufficio un distributore di merendine e bibite; poco più in là una boccia d’acqua su cui sono montati un paio di rubinetti etichettati con “Liscia” e “Frizzante”. A completamento dell’arredo, un paio di schedari e uno scaffale pieno di faldoni.
Il soffitto bianco, alto più di tre metri; per terra piastrelle bianche e marroni, consunte e smunte.
Nell'ufficio della questura, Dante è seduto davanti all'ufficiale con cui ha parlato poco prima. Il poliziotto gli sta spiegando in cosa consiste il programma di protezione e come intendono sorvegliarlo e al contempo bloccare il delinquente prima che si perpetri un altro efferato omicidio.
Le parole suonano aliene, alcuni termini tecnici mai sentiti e altri sentiti solo in alcune serie tv; altre parole sono fin troppo chiare…
<<Stanotte due dei miei staranno di guardia fuori dal suo condominio. Da un’auto parcheggiata nelle immediate vicinanze, sarò in contatto radio con i colleghi. Saremo in borghese, ovviamente… Tutto chiaro fin qui?>> 
Quegli occhi neri, penetranti, dietro un paio di piccoli occhiali da vista, sono fissi su Dante e si accertano che abbia compreso.
<<Sì, chiaro… Solo…>> risponde Dante, mani leggermente tremanti, <<Solo non mi sembra vero. Non avrei mai pensato che potesse capitare qui, in questa città, e a me>>.
<<Le cose capitano. Facendo questo lavoro ne ho avuta la riprova troppe volte. Una cruda realtà, ma esserne coscienti è già molto importante per affrontarla al meglio>>.
Dante serra i denti, tira un lunghissimo respiro e accenna di sì con la testa.
<<Bene>> aggiunge l’ufficiale, <<l’omicida, finora, ha sempre colpito di notte e non abbiamo elementi per pensare che questa volta sarà diverso. Alle sette e mezzo di mattina verrò a prenderla per portarla all’università o dove desidera, ma sarà sempre guardato a distanza da me o dai miei colleghi in borghese. Intesi, signor Accorsi?>>
<<Non mi sembra vero… Mi sembra di star vivendo un film o un videogioco…>>


4. Mors tua victoria mea
Il sole è sorto da almeno un paio d’ore: riflessi arancioni che colorano i muri delle case mentre l’aria inizia a scaldarsi.
Un’auto frena dinanzi ad un condominio grigio, lasciando sull’asfalto due piccole strisce nere. Dal cofano il calore del motore si spande creando un miraggio in piena città.
Lo sportello si apre con un rumore secco, e con un rumore secco si richiude. Ne esce una persona: un maschio di razza bianca caucasica, altezza media e corporatura robusta, capelli arruffati di un colore tra il biondo e il castano sopra piccoli occhi neri, in parte nascosti da uno spesso paio di occhiali da sole dalla montatura nera. 
La mano sinistra va al petto, afferra qualcosa dalla tasca interna della giacca di pelle. 
L’uomo preme il tasto di chiusura sul comando delle chiavi e l’auto manda bagliori arancioni dalle frecce. 
Gli anfibi neri solcano l’asfalto con cadenza regolare e decisa. L’uomo è diretto verso il portone del condominio. Si apposta poco distante, intento ad aspettare la prima persona che apra per andare al lavoro.
Eccone una: una donna di mezza età, magra e piatta con la pelle che mostra i segni de tempo, vestita più come una teenager che come si converrebbe ad una signora.
<<Un’altra che non vuole rassegnarsi>>, dice tra sé e sé l’uomo mentre un sorriso falso si disegna sulle sue labbra sottili. <<Buongiorno, signora>> saluta affabile mentre gli occhi corrono dalla testa ai piedi della donna e lo sguardo si fa penetrante. <<Sto salendo da Dante Accorsi, al 6B>> le dice appoggiando una mano sulla maniglia del portoncino d’ingresso.
<<Prego, prego>> risponde la signora. <<È un suo amico, immagino>>.
<<Il suo miglio amico>> risponde l’uomo con un sorriso raggiante. <<Molto gentile>> aggiunge facendo un gesto galante per farla passare.
<<Oh, grazie>>. La signora sorride di rimando, uscendo dal condominio sui suoi tacchi rumorosi. <<Buona giornata>> aggiunge infine.
<<A lei bella signora>> saluta l’uomo con modi estremamente gentili ed adulatori.
La mano sotto la giacca afferra il calcio di una pistola, accarezza il grilletto.
Dietro di lui il portoncino si richiude, sospinto dal meccanismo a molla. L’eco si spande nel corridoio vuoto, adorno solo di un paio di piante finte. Il tonfo si arrampica sulla tromba delle scale che l’uomo sale con passo leggero e silenzioso.
Tra le labbra sorridenti il respiro si fa un po’ più pesante perché l’obiettivo è vicino, la vittoria è vicina e anche la fine di quella questione in sospeso.
<<L’ultimo della lista>> continua a ripetersi l’uomo, un mantra per tenere a bada i nervi e per concentrare la sua mente sul da farsi.
<<6B>> legge sullo stipite della porta: uno stipite di legno verniciato di marrone chiaro come la porta, non eccessivamente spesso, non troppo robusto.
La serratura non è blindata. L’uomo, con la mano libera, estrae dalla tasca dei blue jeans una tessera magnetica che, lesto, infila tra lo stipite e la porta all’altezza della serratura che, dopo un minuto, scatta.
Ora l’uomo può entrare in casa. Un ronzio basso e monotono lo accoglie, rumore solitario nel silenzio generale. Circospetto, lancia un’occhiata a destra, una a sinistra. Dentro, il caldo ristagna come una cappa umida: è acceso solo un piccolo ventilatore per combattere l’afa estiva.
Con passo lento e regolare avanza nell’appartamento: un piccolo mini, dove cucina e salottino si susseguono l’una dopo l’altro nello stesso ambiente. A destra una porta, semichiusa. L’uomo avanza, il volto vicino alla fessura della porta socchiusa. Vede chi cercava, Dante in slip e maglietta bianca che dorme a pancia sotto, scoperto, nel suo letto.
Gli si offre un bersaglio immobile, facile, una schiena larga alla quale sparare nel centro per farla finita, per raggiungere lo scopo e far parlare di sé… Per cancellare dalla lista anche l’ultimo nome.
L’uomo trattiene il respiro mentre alcune gocce di sudore gli scorrono lungo la schiena assieme ai brividi. Un sorriso va allargandosi ancora di più sul volto, mentre la mano estrae dalla tasca della giacca la pistola che, come al rallentatore, punta tra le scapole di Dante. Il braccio dell’uomo si tende, con fermezza e decisione. L’indice accarezza il grilletto, preme su di esso con forza crescente fino a che anche questo scatta!
Dante non ha il tempo di svegliarsi davvero, sente solo un rivolo liquido che dalle scapole gli percorre, come un piccolo torrente, la schiena. La maglietta si bagna di quel liquido caldo, appiccicandosi alla pelle come in un brutto sogno. Ma la coscienza torna, rapida, per qualche istante, prima di poter immaginare cosa sia successo.
Dante manda un grido mentre un brivido freddo lo sconquassa. Ha uno spasmo, si volta sulla schiena mentre una mano si porta laddove l’uomo ha sparato. Le punte delle dita si bagnano.
Dante riesce solo a pensare ad una cosa: “È finita”.
Il respiro è pesante, affannato.
<<È finita, Dante Accorsi>> gli dice l’uomo con un sorriso soddisfatto sul volto. Un sorriso che sa di vittoria per lui e di beffa per Dante. <<Eri l’ultimo della mia lista, l’ultimo che avrei dovuto uccidere. Ora sei morto, io ho vinto e tu non puoi farci niente>>.
Con la vista appannata, gola e bocca secche, Dante guarda la pistola appoggiata sul comodino. L’aveva comprata proprio per evitare di essere ucciso, l’aveva comprata apposta per quel momento. Ma la sua mano non va a prenderla… Un ultimo sguardo a quella pistola, prima di richiudere gli occhi.


Epilogo.  S.I.: Soggetto Ignoto
Login di Facebook… Attendere… Accesso effettuato…

Dante: Olà, Leo, come va oggi? Io ho finito Mirror’s Reflection  e, vuoi perché mi ha punto sul vivo o perché stamattina me la sono fatta sotto dalla paura, credo che non lo giocherò un’altra volta. 
Leo: Ciao bello! Ma dai, non dirmi che adesso hai paura di connetterti a Facebook per via dell’omicida del videogioco. XD
Dante: Ti ricordi che mi ero iscritto a Spy Story? Quel gioco di ruolo dal vivo dove ti danno delle schede di persone della tua stessa città, con nome e cognome, indirizzo e foto e l’obiettivo è uccidere tutti gli altri e rimanere l’ultimo, stile Highlander?
Leo: Sicuro che me l’hai detto? Perché non me lo ricordo un granché bene.
Dante: Ma sì! Dai, mi hai visto venire al bar con la pistola ad acqua colorata di rosso e mi hai chiesto che cosa ne facessi… Ti ho detto che mi serviva per uccidere gli altri concorrenti del gioco semmai li avessi visti nei paraggi.
Leo: Ah sì, ok. Adesso me lo ricordo: al tuo “devo uccidere prima di essere ucciso” mi stavo ammazzando dalle risate… Eh beh, che c’entra? Perché cambi sempre discorso quando ti sto prendendo per il culo?
Dante: C’entra, c’entra! Ho passato tutta la scorsa notte, fino alle cinque, a giocare Mirror’s Reflection  e alla fine l’ S.I., l’omicida seriale, è l’ufficiale di polizia che avrebbe dovuto svegliare il PG che, invece, è morto solo come un cane, in una pozza di sangue riverso nel suo letto, con una pallottola piantata tra le scapole… Quando si dice “avere il sonno pesante”!
Ebbene, stamattina, saranno state le sette e mezzo, quel pazzo maniaco di Eugenio, che si era iscritto anche lui a Spy Story, mi ha puntato la pistola ad acqua sulla schiena e mi ha fatto fuori vincendo così il gioco, rimanendo l’ultimo in vita della lista. Ti giuro che quando ho sentito il bagnato tra le scapole mi sono voltato, ho visto Eugenio con una faccia sorridente da pazzo sadico, ho collegato il gioco di ruolo dal vivo con il videogioco e me la sono fatta in mano! XD
Leo: Grande Eugenio! Stasera quando lo vediamo al bar gli offro da bere. XD
Ma… Te l’ho mai detto che sei un nerdone? -_-
Dante: Come no, me l’hai detto almeno due volte in due giorni…
Leo: E anche sfigato, sei morto due volte in due giorni!


E sotto, immancabili, i consigli musicali per gustarsi al massimo la lettura!


Mike Oldfield - Tubular Bells


Goblin - Profondo Rosso

Zaffo

sabato 2 febbraio 2019

Wattpad: community di e per scrittori e lettori.

A tutt* buonasera (sono l'una di notte mentre vi sto scrivendo...).

Oggi voglio parlarvi di WATTPAD, una grande, grandissima community, davvero densamente popolata, che accoglie scrittori e lettori di diversi paesi di tutto il mondo. 
La registrazione è assolutamente gratuita, così come gratuite sono la pubblicazione dei propri scritti e la lettura delle opere degli altri autori.
Un modo molto facile e veloce e divertente per farsi conoscere, per far conoscere le proprie opere e per conoscere altri autori e i loro lavori spesso molto interessanti.

Ogni utente ha l'opportunità di leggere e pubblicare racconti originali, o fanfiction, suddividendoli in categorie in base al genere... E si trova davvero di tutto... E anche di più!
Potreste rimanere sorpresi da quanti generi per adulti possono esistere 😈

Alcune categorie di genere letterario

Inutile dire che, prima di proporvi questa community, io l'abbia già provata per voi... "Voto diesci".
Consigliatissima davvero, sia per chi ha solamente voglia di leggere qualcosa di nuovo, magari scavando per il gusto di trovare qualche chicca underground, sia per chi ha sempre voglia di mettersi in gioco e proporre le proprie idee, i propri scritti e i propri progetti anche attraverso i concorsi letterari WATTYS: le storie vincitrici vengono promosse nei canali ufficiali in modo da dar loro una visibilità maggiore.

Piccola chicca, su Wattpad trovate anche molti beta reader e finanche editor, tra i quali il sottoscritto. A proposito, contattatemi pure, sempre disponibile a dare una mano!

Scontato dire, inoltre, che io abbia già pubblicato un mio racconto. 
Su Wattpad potete trovare il mio thriller dal titolo "Riflessi".
Un thriller, avete capito bene:  per questa volta ho provato a cimentarmi in un genere nuovo... Che ne pensate? Accetto commenti e critiche!

Sotto, un piccolissimo ma significativo assaggio, giusto per farvi la bocca...

"Un riflesso sul vetro del monitor, fugace: due piccoli occhi neri fissi su Dante.
Allucinazione dettata dal pensiero che torna alla notizia degli omicidi seriali o un semplice riflesso? Può l'inquietudine generare allucinazioni del genere?"
Dante, un universitario di 27 anni rischia di morire due volte per mano di un omicida seriale deciso a tutto pur di cancellare dalla sua lista tutti i nomi in essa elencati.
Anche in una placida e polverosa cittadina della periferia italiana, grazie alla tecnologia, morire due volte è diventato possibile: la realtà non è più una sola o meglio non è più fine a se stessa. La realtà aumentata è ormai realtà essa stessa.
Unici avvertimenti che potranno aiutare Dante a sopravvivere, anticipando le mosse dell'assassino, sono dei riflessi: immagini sfuggenti riflesse sullo schermo nero del PC; immagini riflesse sulle lenti degli occhiali delle persone in cui Dante si imbatte in una realtà in cui vero e virtuale si fondono e finiscono per essere la stessa cosa, ugualmente inquietanti e mortali.


Sperando che questo piccolo assaggio abbia stuzzicato il vostro appetito letterario, vi auguro buon proseguimento e buona lettura!

Non dimenticate, se ne avete il piacere, di votare il mio racconto e lasciarmi anche un piccolo commento.

Come usuale, qualche spunto musicale per accompagnare la lettura.

Mike Oldfield - Tubular Bells

Goblin - Profondo Rosso

Zaffo

venerdì 11 gennaio 2019

Scrittori, adunata! Premio Midgard Narrativa per racconti inediti di genere fantasy.


Anche quest'anno, come da dodici anni a questa parte, torna il Premio Midgard Narrativa per racconti inediti di genere fantasy.
Nuntio vobis gaudium magnum: per festeggiare alla grande il quindicesimo anno di attività della casa editrice underground di Perugia, Fabrizio Bandini, editore della Midgrad, ha ufficialmente annunciato che  le spese concorsuali per i partecipanti sono eliminate!

E' quindi giunta l'ora, oh guerrieri, o guardie, prodi, di impugnare le vostre armi intellettuali e bagnare la carte del vostro inchiostro; ciò senza che sia richiesto obolo alcuno.
Avete tempo fino al 9 marzo per inviare i vostri racconti di qualsivoglia genere fantasy (dark, gothic, paranormal, urban, medieval, epic, science, sword and Sorcery, ecc), in formato elettronico (file doc, docx, rtf, odt), all'indirizzo email midgard.editrice@gmail.com specificando nell'oggetto “Premio Midgard Narrativa”.

Che vinca il migliore

Nel frattempo, per stuzzicarvi, per solleticarvi, per darvi un parametro di paragone o semplicemente per invogliarvi ad una piacevolissima lettura, di seguito la mia recensione del racconto primo classificato all'edizione del Premio Midgard Narrativa 2018.

Tempo di lettura: 10 minuti

Dopo il successo dell’edizione 2017, Midgard editrice firma un’altra antologia di spessore e di sicuro successo: Hyperborea 2018.
Si tratta di un’antologia composta da cinque racconti brevi di genere fantasy ovvero cinque racconti ognuno di un sottogenere diverso del fantasy per dare al lettore un’ampia vista su un panorama ricco e diversificato.
Cinque autori dalle età e dalle sensibilità molto diverse, che vivono in città tutte diverse e che raccontano ognuno storie originali che si snodano all’interno dell’antologia seguendo un filo comune, un concetto comune che mai come al giorno d’oggi mi sembra di enorme importanza: la dura realtà riposa sotto strati di morbide e comode apparenze.
Mai come in questa antologia, a mio parere, il fantasy si rivela nella sua più nobile forma di cultura con la “c” maiuscola; immaginificazione della realtà capace di meglio descriverla tramite metafore ed allegorie così da renderla più evidente agli occhi del lettore sensibile, il quale non può non accennare almeno ad una riflessione sulla realtà che lo circonda dopo aver assaporato una lettura davvero piacevole e coinvolgente.
Da questo punto di vista, e non solo, Hyperborea 2018 centra in pieno il bersaglio.

Gianantonio Nuvolone – “Solamente un colpo di spada”
L’autore pavese, vincitore con gran merito di questa edizione del concorso Midgard Narrativa 2018, ci propone un classicissimo Sword and Sorcery in piena regola; rispettoso di tutta la grande tradizione del genere e perfettamente rispondente a tutti i suoi crismi.
Eppure si tratta di un racconto innovativo: basti solo pensare al titolo; in tutto il racconto, infatti, il protagonista porta un solo colpo di spada… Fatto davvero non comune in uno Sword and Sorcery.
Enak-baut, giovane e scaltro guerriero allevato da un uomo che gli ha fatto da padre e da una femmina che non lo ha partorito, è un girovago che di terra in terra accumula esperienza, saggezza e forza.  
Si imbatte, un giorno, in terre desolate e decadenti sede dell’ antichissimo regno di Beishtan le cui glorie sono solo ricordi e i cui abitanti sono solo fantasmi del passato. 
L’autore descrive ogni particolare di questo tetro luogo utilizzando in maniera impeccabile un linguaggio forbito ed una sintassi estremamente efficace. Queste piacevolissime caratteristiche stilistiche si ritrovano costantemente lungo tutto il racconto.
Mosso da un misto di interessi e compassione, Enak-baut si troverà a voler aiutare il Re di questo sperduto quanto fu potente regno nell’impresa di distruggere un ben più potente nemico: il Re stregone Wolthom, unico artefice della maledizione che da secoli aleggia sul regno di Beishtan sotto forma di venefica nebbia violacea che tutto permea.
Per portare a termine il suo periglioso viaggio e la sua pericolosa missione, il giovane guerriero dovrà superare prove di coraggio, forza ed intelligenza onde contrastare una magia che sempre serpeggia nell’aria e sempre lo contrasta senza però mai essere troppo evidente e plateale.
L’autore descrive ogni singola prova e l’abilità con le quali Enak-baut le affronta in maniera tanto vivida che il lettore le vede prendere letteralmente vita attorno a lui come se indossasse un visore di realtà virtuale. 
Unico filo di Arianna cui il lettore può appigliarsi per non perdersi in questo affascinante quanto oscuro mondo sono le parole dell’autore; seguendole come briciole lasciate da Pollicino, si potrà seguire una trama piena di colpi di scena fino ad approdare ad un finale quanto mai inaspettato in cui, come dicevo prima, tutto ciò che appare altro non è che, per l’appunto, apparenza atta a nascondere alla perfezione una ben più triste e cruda realtà. Quale? A voi la lettura.

Domande all’autore: 
D - Viene citata la Cimmeria; un omaggio a Conan il Barbaro? Quanto devi e quanto sei affezionato a questo personaggio?
R - Quando mi avvicinai alla saga per la prima volta venni profondamente stupefatto dalla vitalità e dalla concretezza pulsante di Conan, un personaggio “assoluto” che col suo solo apparire domina la scena. 
È proprio vero il giudizio dei critici e dei lettori più attenti: Conan è una personalità unica nei reami del genere Fantasy che si esplica e si rende conoscibile attraverso l’azione e l’avventura, l’impresa epica e il confronto vigoroso con le entità e le creature più meravigliose e atroci.
Questo è un eminente modello da seguire poiché ritengo che così nello Heroic Fantasy come in altri generi letterari che scaturiscono dall’Immaginazione il protagonista è soprattutto “ciò che fa” e che i migliori motivi di riflessione derivano dall’atteggiamento e dal comportamento del protagonista di fronte a determinate situazioni più che da filosofici soliloqui al chiaro di luna, cosa che ovviamente Conan non può permettersi.

D - Citi anche un Dio abissale di nome Ktul che non può non far pensare a Lovecraft ed al suo Cthulhu. Anche questo autore fa parte del tuo background?
R - Certo, è proprio come tu dici.
Il cosiddetto “Ciclo di Cthulhu” costituisce un pantheon ammaliante che offre innumerevoli suggestioni e spunti per l’ispirazione e implica molte questioni terrorizzanti come, per esempio, le presenze che si suppone risiedano o si nascondano nell’oscurità o tra le stelle o nelle pieghe del reale.
Lovecraft ha saputo creare atmosfere e situazioni terrificanti e “folli” come nessun altro autore prima di lui anche in virtù del suo coraggio al cospetto di possibilità e prospettive che potrebbero realmente mettere in crisi il “cosmo” nel quale abita l’uomo e che si ritiene sia governato dalla Ragione. 
Lo rileggo e ancora lo rileggo sempre volentieri e lo considero inimitabile.

Zaffo

sabato 9 giugno 2018

Videoteca: Mythica, 5 film per serate all'insegna di fantastiche avventure.

Un guerriero, una chierica, un ladro mezzelfo e una maga... Sembra l'inizio di una barzelletta per nerd o un classico party per niubbi da D&d; invece parliamo dei personaggi principali di una serie di film targati Arrowstorm Entertainment, casa produttrice a stelle e strisce votata al fantasy e allo Sci-Fi.










Prima di tutto i saluti: a tutte voi e tutti voi un ben ritrovate e ben ritrovati sul "Fantasy secondo Zaffo"!
Non ci credo nemmeno io; dopo due mesi di assillante lavoro (troppo lavoro anche nel week end) ed altri impegni (piacevoli impegni in quanto sto preparando una mia atleta per il corso istruttori di kickboxing), sono tornato alla mia passione, la mia vera passione, ovvero scrivere ed informare di fantasy.

Questo post nasce dal fatto che ieri sera sono finalmente riuscito a divanizzarmi alle 8.30 di sera per vedermi un film. Si, lo so, un venerdì sera senile ma ne avevo maledettamente bisogno. Un film che dura nemmeno due ore e questo è importante perché ultimamente mi addormento in divano ben prima delle 10.30. Un film che è riuscito a tenermi sveglio e che ha soddisfatto in pieno la mia crescente voglia di fantasy classico ben fatto e ben caratterizzato in personaggi che tengono fede alle aspettative di chi, come me, non più di un mese fa ha passato una delle più belle domenica dell'anno fatta di carne ai ferri, birra ed HeroQuest.


Parliamo di Mythica, una serie di ben 5 film dai titoli molto esplicativi di cui, di seguito, titoli e trama:
1) Mythica: a quest for heroes (una missione per eroi)
Una giovane maga di nome Marek sogna di sfuggire alla sua triste vita e intraprendere avventure emozionanti: la sua occasione si presenta quando incontra Teela, una sacerdotessa in cerca di aiuto.   
Marek offrirà la sua assistenza riunendo un party di eroi pronti a dare la vita per la missione, la quest appunto. 
Insieme andranno alla ricerca della sorella di Teela, sacerdotessa a sua volta il cui compito è consegnare la Darkspore, un potente artefatto magico, all'ordine dei Paladini affinché questi      possano difenderlo.. La sorella di Teela, però, è stata rapita da un orco selvaggio asservito alle forze del male.

2) Mythica: the Darkspore (dove Darkspore è il nome proprio di un magico artefatto)
Marek, Teela, il guerriero Thane e il ladro mezzelfo Dagen, devono fare un viaggio e impedire al più potente ed antico tra i necromanti, Szorlok, di ottenere tutti i frammenti del Darkspore e ridare vita al Re Lich.

3) Mythica: the necromancer (il necromante)
Quando Thane, il suo amico più leale viene preso in ostaggio da Peregus Malister, il crudele maestro della Gilda dei Ladri, la maga Marek, Teela la sacerdotessa e Dagen il ladro devono imbarcarsi in una missione nella quale dovranno sporcarsi le mani per servire la Gilda dei Ladri. 
Quando la missione li condurranno nelle grinfie di Szorlok - il loro più grande nemico - Marek dovrà sacrificare le sue ambizioni e forse la sua stessa anima, prima che i suoi amici vengano uccisi, per impedire a Szorlok di ottenere tutti i frammenti della Darkspore.

4) Mythica: the iron crown (la coronoa d'acciaio)
Marek e i suoi amici devono strappare l'ultimo pezzo dell'onnipotente Darkspore dirottando un carro da battaglia a vapore dell'esercito del male, per poi intraprende una ricerca disperata per consegnare gli artefatti maledetti agli Dei, unici in grado di tenere al sicuro l'artefatto.
Vengono però catturati da una spietata squadra di mercenari d'élite guidata da una trinità di demoni; in questo capitolo della saga, Marek dovrà imparare a credere in se stessa, prima che i suoi amici vengano uccisi, per fermare Szorlok, il malvagio negromante, dall'unire la Darkspore inondando così il mondo dei vivente con le sue legioni di orrendi non morti.

5) Mythica: the Godslayer (uccisore di Dei)
Mentre le legioni di zombi del Re Lich devastano il mondo, Marek e Dagen intraprendono una ricerca per ottenere l'arma dagli Dei. 
In quest'ultimo capitolo della saga, la nostra eroina dovrà unirsi al suo nemico giurato, Szorlok,  nel disperato tentativo di salvare il mondo; per non soccombere Marek devrà fare appello a tutto il bene ancora alberga nel profondo della sua anima.

Film che possono essere goduti in streaming o scaricati gratuitamente al seguente link: https://www.cb01.zone/?s=mythica

Da segnalare il cast impreziosito dalla presenza di Kevin Sorbo, protagonista della serie tv Hercules


Una serie di 5 film da gustare con pop corn e coca cola per tornare ai bei vecchi tempi in cui la nostra fantasia era più vivida della realtà che ci circondava e tutto era più bello, perché così lo volevamo immaginare.
Zaffo